(Gli alleati scoprono l'Orrore)
Il 27 gennaio 1945 le
truppe sovietiche irruppero ad Auschwitz, mettendo fine a uno dei più grandi
torti che l’umanità abbia perpetuato contro se stessa.
Alla vigilia della
Giornata della Memoria Angela Merkel, cancelliere tedesco, ha affermato ” Abbiamo una responsabilità permanente per i crimini
del nazionalsocialismo, per le vittime della seconda guerra mondiale e,
anzitutto, anche per l'Olocausto", ma quello che
accadde in quegli anni non è una responsabilità tutta tedesca, sarebbe
semplicistico mantenere vivo il luogo comune “tedesco uguale nazista” perché prima
di essere tedeschi, essi erano uomini. Ed è questo che non dovrebbe essere
dimenticato, non bisognerebbe dimenticare la crudeltà e il dolore che gli
uomini sono in grado di commettere contro se stessi,contro i propri fratelli.
Non bisognerebbe dimenticare la facilità con la quale un popolo bisognoso di
rivalsa è stato convinto che fosse giusto sostenere un regime di odio e violenza
e di come tale regime si sia propagato come un cancro in tutta Europa.
Il fatto che ancora oggi
ci siano persone, giovani, che imbrattano i muri con svastiche e messaggi nazisti dovrebbe farci riflettere.
“Homo homini lupus” (l’uomo è un lupo per gli
altri uomini) quest’aforisma latino riassume in poche parole la storia della
nostra civiltà, se civiltà si può chiamare quella di un’umanità che da sempre si
è macchiata del sangue dei propri simili. La Giornata della memoria dovrebbe
servire a ricordare tramite l’orrore dell’Olocausto, tutti gli orrori e i
genocidi di cui l’uomo e i suoi interessi politico-economici sono stati e sono responsabili.
Solo tramite il ricordo
e il corretto insegnamento della storia si potrà evitare che tali aberrazioni
vadano dimenticate, così che possano servire da monito per le generazioni
future.
Numerose sono le
iniziative commemorative che avranno luogo, oggi, in tutta Italia: a Firenze
cinquecento studenti intraprenderanno il “viaggio della memoria” verso Auschwitz,
a Milano sarà inaugurato il “Memoriale dalla Shoa” al binario 21 della Stazione
Centrale da dove partivano i treni dei deportati, a Trieste cerimonia nel
monumento della Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio in territorio
italiano.